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Home » Guide » Outbound link: come controllarli, gestirli e correggerli su un sito WordPress

Outbound link: come controllarli, gestirli e correggerli su un sito WordPress

9 luglio 2014 Tiziano Fogliata

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Se gestisci un sito, in particolar modo un blog, attivo da diversi anni e con centinaia di articoli pubblicati, è abbastanza normale che alcuni degli outbound link (link che puntano a siti esterni) inseriti all’interno dei vari post puntino a siti non più attivi o magari a siti differenti rispetto all’epoca in cui quel link è stato inserito.

Outbound Link rotti

Personalmente eseguo periodicamente delle scansioni per verificare lo stato di salute degli outbound link presenti su un sito e mi è capitato spesso di imbattermi nei cosiddetti broken link, ossia link che puntano a pagine o domini inesistenti. In altri casi invece, link che originariamente puntavano ad articoli o servizi interessanti, si erano trasformati in link diretti verso siti appartenenti alla famigerata triade PPC (Porn, Pills & Casinos).

Come ben saprai, da un punto di vista SEO, non è sicuramente il massimo avere degli outbound link di bassa qualità all’interno del proprio sito, oppure un numero particolarmente elevato di broken link. Per questo motivo è opportuno prestare sempre attenzione quando si linka un contenuto esterno, ma soprattutto verificare di tanto in tanto che gli outbound link del proprio sito siano corretti, funzionanti e rilevanti per i contenuti trattati.

Come controllare gli outbound link di un sito WordPress

Naturalmente l’idea di controllare manualmente la qualità e il funzionamento di ogni singolo outbound link del proprio sito è fuori discussione, a meno che tu non abbia tanto tempo a disposizione e poche pagine da verificare.

Per questo motivo il team di Search Engine Journal ha pensato di creare un plugin per WordPress espressamente pensato per questa esigenza e lo ha chiamato LinkPatrol.

Linkpatrol di Search Engine Journal per analizzare gli outbound link su WordPress

LinkPatrol permette di generare dei report che mostrano tutti i domini linkati all’interno del proprio sito e tutti gli anchor text utilizzati, potendo analizzare tali dati anche suddividendoli per autore. Oltre alla fase di scansione e reportistica, LinkPatrol aggiunge però anche quella operativa, permettendo quindi di marcare con l’attributo nofollow tali link oppure di rimuoverli.

Tali operazioni possono essere fatte anche a livello di dominio e non solo a livello del singolo link. Questa funzione semplifica notevolmente il lavoro. Infatti con una sola operazione puoi decidere di eliminare o marcare come nofollow tutti gli outbound link del tuo sito relativi a un dominio. LinkPatrol però non è un plugin gratuito, la licenza per un singolo sito costa $25, ma dopo il 22 luglio 2014 passerà a $50.

Purtroppo però LinkPatrol non si occupa dei broken link o di quei link che reindirizzano a un altro sito. Per fare questo però esistono altre soluzioni, come ad esempio il famoso plugin Broken Link Checker, oppure software come Xenu’s Link Sleuth (solo per Windows) o Screaming Frog SEO Spider (per Windows e Mac). Senza dimenticare che anche un’occhiata a Google Webmaster Tools non fa mai male.

Alla luce di questa limitazione e del fatto che LinkPatrol non sia un plugin gratuito,  ritengo che LinkPatrol può essere sicuramente utile per siti con un’elevata quantità di post, per i quali uno strumento del genere può far risparmiare parecchio tempo. In tutti gli altri casi è sicuramente sufficiente un’analisi effettuata con Broken Link Checker e gli altri software segnalati.

Come sempre, sei hai consigli, suggerimenti o segnalazioni, i commenti sono aperti :)

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Guide ottimizzazione, WordPress

Commenti

  1. Salvatore dice

    14 luglio 2014 a 16:01

    Ciao Tiziano,

    per gestire i link esterni va bene uno dei plugin che hai citato, l’unica eccezione che mi sento di segnalare è Broken Link Checker dato che molti hosting ne sconsigliano l’uso, essendo fortemente resource-consuming (in un caso ha addirittura “accappottato” il server Apache su cui l’ho fatto girare.

    I check andrebbero secondo me sempre fatti dall’esterno (con Integrity per Mac oppure Xenu per Windows) e poi corretti uno alla volta mediante redirect o altro, a seconda dei casi: automatizzare troppo secondo me non è una buona idea, per una volta. :)

    • Tiziano Fogliata dice

      14 luglio 2014 a 16:59

      È vero. WpEngine, ad esempio, non permette l’installazione di Broken Link Checker proprio per il motivo che hai citato.

  2. massimo dice

    23 luglio 2014 a 18:14

    Giusto. tuttavia mi chiedo che senso possa avere oggi giorno permettere l’inserimenti di link esterni nel proprio sito/blog. Infatti con il quantitativo di spam che circola, si puo’ stare sicuri che il 90% sono link che puntano a siti non buoni e spammosi. Riengo possa essere addirittura controproducente per il posizionamento

    • Tiziano Fogliata dice

      23 luglio 2014 a 20:50

      Ciao, l’articolo si riferisce però principalmente ai link esterni inseriti dagli autori delle pagine del sito, non tanto ai link inseriti nei commenti o cose del genere. È chiaro che su quelli va applicato un controllo molto più stretto. Del resto poi solitamente tali link sono anche inseriti di default con l’attributo rel=”nofollow”.

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