Nel corso del Convegno Nazionale Forum GT SEO/SEM che si è tenuto oggi a Firenze Mariangela Balsamo ha presentato i risultati di uno studio sull’interazione dei navigatori coi motori di ricerca. Il progetto è nato da una collaborazione tra TSW e Università di Trento.
Le due principali teorie alla base dello studio sono quella di Norman: “gli strumenti tecnologici dovrebbero aiutarci in silenzio” e di Heidegger che definisce col termine “breakdown” una situazione critica in cui lo strumento emerge alla consapevolezza dell’utente, che dovrà impegnarsi nel trovare una soluzione per poter giungere all’obiettivo. Nel caso dei motori di ricerca il breakdown emerge quando il motore stesso trova difficoltà nella ricerca.
Per l’analisi è stato scelto il metodo osservativo che si basa sulla registrazione di un comportamento in assenza di tentativi di influenzarlo o, in altri casi, sulla rilevazione del comportamento in situazioni i cui i soggetti sono liberi di variare le loro risposte con parziale o totale assenza di indicazioni da parte dell’osservatore. Dato che buona parte del comportamento umano è inconsapevole, si ritiene quindi più opportuno osservare piuttosto che chiedere.
L’esperimento si è svolto analizzando delle sessioni di navigazione effettuate da un campione di riferimento (persone con esperienza media dei motori di ricerca, sono state quindi escluse le fasce estreme).
Nel primo modulo erano coinvolti 16 partecipanti per 6 sessioni di navigazione ed un totale di 96 ricerche. Sono state condotte una ricerca facile, una meno immediata (con risultati pertinenti in seconda o terza pagina sulle SERP), una ricerca impossibile, una con molte informazioni e alcune ricerche particolari. Dal primo modulo sono emersi due tipi di comportamento predominante:
- il mancato utilizzo delle virgolette nelle stringhe di ricerca;
- l’utilizzo di servizi come il sito delle Pagine Gialle e simili.
Il secondo modulo ha coinvolto 15 partecipanti per 7 ricerche per sessione e 105 ricerche totali. Sono state condotte una ricerca facile, una con l’uso delle virgolette, una molto difficile, una mirata all’acquisto online, una ricerca di un indirizzo, una ricerca basata sulle informazioni presenti sulle SERP e una sfruttando le varie sezioni dei motori di ricerca.
Ecco alcuni risultati:
- Pare che la conoscenza del funzionamento dei motori non sia collegata con gli anni di navigazione;
- 11 partecipanti su 15 non utilizzano correttamente le virgolette;
- Nella ricerca numero 2 tutti i partecipanti che non utilizzano le virgolette abbandonano la ricerca;
- Nella ricerca numero 3 (ricerca dell’indirizzo di una società ) 9 persone su 15 decidono di utilizzare uno strumento diverso dal motore di ricerca;
- 9 su 15, dovendo acquistare online vanno direttamente su un sito conosciuto e non passano dal motore di ricerca;
- 12 su 15 per cercare un indirizzo vanno direttamente su Pagine Gialle;
- 9 su 15 pur trovando le informazioni sulla SERP cliccano sul sito (vedono il motore di ricerca come un tramite e non come una fonte di informazione);
- Solo 1 su 15 clicca di default sul primo risultato (una buona descrizione attrattiva e comprensibile fa la differenza);
- In ricerche difficili, l’utente va oltre la prima pagina delle SERP ed arriva sino alla settima;
- Anche se insoddisfatti dalla ricerca, 12 su 15 non cambiano motore di ricerca, che è quasi esclusivamente Google;
- 9 su 15 non sanno che sui motori di ricerca possono esserci risultati di advertising, dei 9 solo 2 riescono a distinguerli e nessuno tranne 1 li clicca;
- Nella ricerca di informazioni su una persona avendo nome, cognome ed un suo hobby: 6 persone su 15 abbandonano la ricerca per informazioni insufficienti, mentre 8 su 15 perchà© ritengono che l’informazione non sia presente sul Web.
- Si è notato inoltre che se la ricerca non va a buon fine il navigatore perde la fiducia (in se stesso) e si sente frustrato.